Capa Santa

Workshop con The Bounty Killart
2014

Un lavoro di gruppo per ripensare alla testa di un busto classico in maniera ironica e divertente e ricreare così una galleria di sculture tutte da scoprire negli inediti e sorprendenti dettagli.

The Bounty Killart, con un metodo di lavoro che è la loro cifra stilistica, recuperano oggetti affascinanti per i motivi più disparati, li decontestualizzano e li compongono a creare un pezzo unico, frutto dell'accostamento di impronte diverse, ma uniformato dal materiale e dal colore scelto. Mescolando classico e contemporaneo, oggetto d'uso comune, giocattoli, pezzi ritrovati nei mercatini, realizzano ogni opera con particolare ironia, giocando sul colpo d'occhio, sull'apparenza, in maniera sarcastica.
Il lavoro nelle Botteghe d'Arte è diventato un'esperienza corale, una ricerca condivisa di materiali, un'ideazione partecipata lavorando in gruppo, come d'altronde suggerisce la poetica artistica de The Bounty Killart.

I The Bounty Killart sono un gruppo torinese di giovani artisti che ha trovato la sua "cifra" in una specie di "neogotico ironico", di grande intelligenza e seduzione. Capitelli, guglie, colonnine zeppe di figure che da lontano riconosciamo come appartenenti a un immaginario tradizionale, legato al revival ottocentesco di un altro immaginario, quello medievale, rivisitato attraverso il filtro del Romanticismo… su questo immaginario dell'immaginario, hanno innestato un terzo ordine concettuale, un altro immaginario che va a sovrapporsi ai primi due, sotto forma di personaggi, oggetti, posture, composizioni, che di primo acchito crediamo essere quelle ottocentesche, ma che invece appartengono in pieno alla Postmodernità, come una merendina Kinder, un pupazzo manga, una serie di accessori cheap del bagaglio di ogni ragazzino/a: il risultato è inizialmente straniante, ma immediatamente dopo ricomposto e accettato grazie alla forza della "composizione" che accetta, macina e fagocita ogni singolo elemento all'interno della "forma" riconoscibile e riconosciuta.
Nel loro workshop con gli Autori delle Botteghe d'Arte del MAPP Museo d'Arte Paolo Pini hanno suggerito un'operazione simile, distribuendo a ciascun partecipante la "base" su cui partire, un vero e proprio busto dal sapore ottocentesco, su cui i partecipanti al gruppo di lavoro avrebbero potuto agire secondo l'iniziale indicazione poetica, volta a costruire straniamento, ma anche forma.
Il risultato è stato straordinario, forse il migliore di tutti i workshop che si sono succeduti al MAPP negli ultimi dieci anni, merito forse dell'assunto formale iniziale - il mezzobusto ottocentesco -, che si presta efficacemente all'interpretazione ironica, ma anche dissacrante, o persino "antigraziosa", ma anche di un pensiero consonante tra propositori - i The Bounty Killart - e attori - gli Autori delle Botteghe d’Arte -, che all'interno di una forma data sperimentano una totale libertà. Gli esiti formali, tra l'altro, appaiono diversificati anche rispetto all'azione artistica dei The Bounty Killart, e stranamente vicini a certe visioni del Surrealismo, come quelle del Max Ernst di "Une semaine de bonté", dei personaggi di Alberto Savinio, o delle figure composite di Paul McCarthy, per non parlare di tutte le creazioni cinematografiche in 3D della Pixar. Meno cultura, rispetto ai Bounty, e più immediatezza, generano mostri. Buoni, però.
Marco Meneguzzo

Gli Autori delle Botteghe d'Arte: Francesca Bana, Roberto Canella, Vanessa Covini, Daniela De Filippis, Maria Fantoni, Francesco Fregapane, Paola Garbolo, Gianfranco Garofalo, David Klippel, Tamara Monti, Umberto Nannelli, Eva Rando, Clemente Randone, Enrica Ricci Ravizza, Elisabetta Renolfi, Franco Scacchi, Masaaki Yanagisawa, Antonella Vannucci.

Gli artisti The Bounty Killart: Dionigi, Jacopo, Rocco dall'Italia e Marco dalla Germania rappresentano la formazione attuale dei The Bounty Killart, un collettivo di artisti nato nel 2003 negli spazi dell'Accademia di Belle Arti di Torino. La loro ricerca ha spaziato dalla pittura alla grafica, passando attraverso la street art e la video arte. Dal 2009 la loro ricerca artistica si è concentrata sul collage tridimensionale di sculture di varia provenienza uniformate dalla tecnica a stampo e dal materiale, il gesso bianco. Le forme trovate vengono decontestualizzate e trasformate in opere che ad un primo sguardo sembrano modellate tutto d'un pezzo in uno stile del passato, ma se attentamente osservate mostrano un alone di cinismo, autoironia e surrealismo miscelati per creare un unico ed originale punto di vista. Lo stesso filo conduttore è stato seguito affrontando altre tecniche come l'arazzo e l'incisione.

Card image cap
Card image cap
Card image cap
Card image cap
Card image cap
Card image cap
Card image cap
Card image cap
Card image cap
Card image cap
Card image cap
Card image cap
Card image cap
Card image cap
Card image cap
Card image cap
Card image cap
Card image cap