Progetti
Le installazioni Senza zavorra e L'isola che non vedi... nascono dai desideri dei pazienti, degli infermieri e dei medici dei reparti di degenza della Psichiatria dell'ASST Niguarda dove dal 2018 è stata avviata un'attività di artetarpia condotta da Teresa Melorio, Valentina Selini, Manuela Ranaldi e i tirocinanti della Scuola di Arteterapia MBA Modello Botteghe d'Arte.
Le opere esposte sulle pareti dei reparti di Psichiatria 1 e 2 sono frutto di due workshop condotti presso il MAPP da Valentina Selini con gli artisti delle Botteghe d'Arte.
Tutti gli autori hanno contribuito attivamente alla realizzazione di queste installazioni lavorando a quattro mani con l'arteterapista e i tirocinanti delle Scuola di Arteterapia MBA, con l'obiettivo di trasformare i corridoi dei reparti, inserendo elementi espressivi ed artistici che ribadiscano la centralità del fattore umano e che risveglino speranza e passione nei fruitori delle opere.
Le installazioni vogliono porre una particolare attenzione alla qualità dello spazio e delle relazioni non solo dei pazienti, ma anche degli operatori addetti alla Cura e innescare ancora la curiosità e il bisogno di scoprire.
Il reparto dovrebbe avere le caratteristiche dell'accoglienza, allontanare il sospetto, non fare sentire il peso della diversità, dei dubbi e delle paure: un luogo curato e personalizzato è un luogo che accoglie dove tutti si trovano a calpestare un "terreno comune". La soglia fra normale e patologico si assottiglia fino a scomparire, passando da "spazi controllati" a quelli in cui diventa possibile una nuova visione di sé nel mondo. Partendo da un'idea di luminosità, serenità e pace ogni autore delle Botteghe d'Arte ha lavorato sulla potenza del colore e delle sfumature attraverso tecniche miste approfondendo per ogni pannello una gamma cromatica.
Il progetto è strettamente attinente alla mission del MAPP e delle Botteghe d'Arte: sviluppare nuove esperienze "estetiche" per migliorare la qualità della vita e per creare occasioni di benessere. La realizzazione di installazioni artistiche nei luoghi di cura ha infatti un obiettivo "estetico", non inteso nel senso comune e superficiale del termine, bensì nel suo valore culturale ed umano di aisthesis ovvero di conoscenza attraverso l'uso dei sensi. L'arte è un dialogo a tre: tra l'artista, la sua opera, e chi la contempla. L'artista non è il solo a compiere l'atto della creazione perché lo spettatore aggiunge il proprio contributo al processo creativo e quindi può sviluppare nuove forme di conoscenza. L'arte favorisce apertura e incontro, incanala le emozioni e le tensioni, condivide la prospettiva della salute mentale di far leva sui talenti piuttosto che sulle fragilità. Il paziente passa da un ruolo passivo di persona esclusivamente da curare e aiutare, a un ruolo attivo di persona protagonista e creativa in un contesto creato per accogliere e valorizzare.
Senza zavorra. Ci sono molti più orizzonti di quelli che vedi
2020, 17 pannelli, reparto di Psichiatria 1, ASST Niguarda
Gli autori delle Botteghe d'Arte: Nicola Baccalini, Antonietta Cannarella, Roberto Cervi, Vanessa Covini, Francesco Fregapane, Giorgio Fascilla, Umberto Nannelli, Stefano Piseddu, Eva Rando, Elisabetta Renolfi, Franco Scacchi, Valentina Selini
L'isola che non vedi...
2022, 19 pannelli, reparto di Psichiatria 2, ASST Niguarda
Gli autori delle Botteghe d'Arte: Francesca Bana, Antonietta Cannarella, Cinzia Gambino, Gianfranco Garofalo, Lorenza Gianotti, Umberto Nannelli, Teresa Melorio, Francesco Popolizio, Eva Rando, Elisabetta Renolfi, Valentina Selini
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Il MAPP Museo d'Arte Paolo Pini partecipa a Weplanet-100 globi per un futuro sostenibile. L'iniziativa, organizzata dall'Associazione WePlanet, in collaborazione con Gruppo Mondadori, patrocinata dal Ministero dell'Ambiente, Regione Lombardia e Comune di Milano, si propone di raccogliere fondi e sensibilizzare la cittadinanza sulla questione ambientale e sul tema della sostenibilità, mai così attuale.
100 globi, che simboleggiano il nostro pianeta, sono realizzati in plastica riciclata e sono stati trasformati da più di 100 artisti diversi.
Dal 3 al 5 aprile 2021 i globi sono stati esposti in anteprima in piazza Duomo a Milano e fino al 7 novembre 2021 sono stati in mostra per le vie e piazze di Milano.
Il 23 novembre 2021 tutti i globi sono stati esposti e battuti all'asta benefica Charity Auction for the uman sustainability, the future of the planet and the love for life, curata da Soteby’s e presentata da Susanna Messaggio, presso lo spazio Auditorium Milano Convention Center Fondazione Fiera Milano. Il ricavato è stato devoluto a diverse associazioni ed enti impegnati nella salvaguardia dell'ambiente e nella promozione della salute.
Dal 2022 i due globi realizzati dalle Botteghe d'Arte sono esposti presso il MAPP Museo d'Arte Paolo Pini e fanno parte del patrimonio del Museo.
Due dei 100 globi globi sono stati realizzati dagli Autori delle Botteghe d'Arte del MAPP insieme agli artisti Corrado Bonomi e Riccardo Gusmaroli, grazie alla collaborazione con l'Ospedale Niguarda, l'Associazione ARCA Onlus e agli sponsor Lundbeck e Philips.
L'ASST Niguarda e il Direttore del Dipartimento di Salute Mentale e delle Dipendenze Mauro Percudani hanno invitato il MAPP alla creazione di 2 opere che sono state realizzate in collaborazione con l'Associazione ARCA Onlus. Il progetto è stato coordinato da Teresa Melorio e Enza Baccei, fondatrici del progetto MAPP e delle Botteghe d'Arte, che hanno coinvolto gli artisti Corrado Bonomi e Riccardo Gusmaroli per lavorare su progetti condivisi con gli Autori del Centro Diurno Botteghe d'Arte del MAPP con la collaborazione di tutto il team multidisciplinare del Centro Diurno di via Besta 1 e delle Botteghe d'Arte afferenti al DSMD dell'ASST Niguarda.
BIOMOTOPERPETUO
Autori: Corrado Bonomi, Daniela De Filippis, Eva Rando, Franco Scacchi
Oggi è anche domani, domani sarà ieri, ieri rimarrà pur sempre domani. (Eva Rando)
Eterni sogni riaffiorano nei cieli vagabondi d'amore. (Eva Rando)
Partendo dai concetti di gestazione e maternità, passando per una dedica di autocoscienza della Terra, attraverso un aforisma e una poesia, e per l'immagine ciclica di un nuotatore in movimento perpetuo, il gruppo è approdato all'idea finale che ha come protagonista il ciclo della vita legato alla rinascita, al movimento della continua trasformazione.
L'uovo fin dall'antichità è considerato simbolo della creazione e del ciclo di vita, morte e rinascita che scandisce il tempo cosmico… Omnevivum ex ovo.
Per gli alchimisti, al termine della Grande Opera, dall'uovo schiuso si leverà la leggendaria Fenice e con essa l'anima finalmente libera dell'adepto.
E' da un uovo che esce l'uomo spirituale, completo e rinnovato, un uomo che fino ad allora era rimasto incubato nell'attesa di essere liberato in una nuova dimensione che trascende l'individualità con l'amore.
Ma l'uovo, vita in potenza, per la sua stessa natura è fragile e delicato. Va protetto, nella speranza che solo così possa sopravvivere e rigenerare nuova vita.
Da qui l'associazione immediata con l'idioma “camminare sulle uova": viviamo continuamente in bilico, in una situazione instabile, qualsiasi azione è rischiosa, ma la vita continua.
L'opera è un inno alla prudenza e alla cautela nei confronti di ciò che ci circonda, per preservare i delicati equilibri della vita presente e soprattutto di quella che verrà.
Descrizione dell'opera
L'opera è un grande mappamondo dove i rilievi delle terre emerse sono stati ricoperti da un uniforme tappeto di uova di gallina in materiale plastico, dal tipico colore arancione, mentre le aree occupate dalle acque sono state mantenute nel loro aspetto originale, ossia nell'aspetto screziato della plastica riciclata il quale rimanda proprio alla superficie screziata, quasi mimetica, delle uova di numerosi volatili.
Gli autori
Corrado Bonomi nasce a Novara nel 1956. Nel 1995 partecipa al gruppo Concettualismo Ironico Italiano formatosi intorno alla Galleria Angelo Falzone di Mannheim ed espone alla mostra Quasi per gioco presso la NeueGalerie di Graz con Vincenzo Agnetti, Stefano Arienti, Alighiero Boetti, Maurizio Cattelan, Aldo Mondino, Michelangelo Pistoletto e Pino Pascali. Dal 1997 collabora attivamente con il Museo A come Ambiente di Torino e con il Dipartimento Educazione del Museo d'Arte Contemporanea del Castello di Rivoli. La sua produzione artistica si caratterizza per una forte componente semiotica – ossia il gioco tra significante, significato e interpretante -, con una componente citazionista e con l'ironia concettuale che prende vita dall'unione delle due. Corrado Bonomi è dunque un artista poliedrico e in continua sperimentazione, che fa sue le sfumature del movimento pop, del movimento concettuale e di quello kitsch per raccontare storie nuove, mescolando suggestioni e narrazioni che fanno parte dell'immaginario collettivo.
Franco Scacchi nasce a Milano nel 1951. Ha frequentato la scuola grafica dell'istituto Rizzoli editore di Milano e si è diplomato come perito grafico. La pratica artistica presso le Botteghe d'Arte del MAPP lo ha portato a collaborare con diversi artisti e a svolgere numerose mostre collettive presso il Museo e spazi culturali milanesi. Dice di sé: “Dipingo perché mi piace, mi esprimo, mi soddisfa, e mi completa come essere umano.In alcune opere mi ispiro ai nuotatori, in quanto sono stato un nuotatore agonistico nei primi anni '60,e quindi comprendo il sacrificio degli atleti,durante il duro allenamento continuo quotidiano,per raggiungere un obiettivo incerto;da qui ho intitolato alcuni miei quadri “Nuoto perpetuo".
Daniela De Filippis nasce a Taranto nel 1966. La pratica artistica presso le Botteghe d'Arte del MAPP l'ha portata a collaborare con diversi artisti e a svolgere numerose mostre collettive presso il Museo e spazi culturali milanesi. Dice di sé: “Dipingere mi piace moltissimo perché mi accorgo che le mie emozioni finiscono sulla tela. Mi piace lo stile fantastico: animali, casette e paesaggi incantati, fate. Anche astratti dai colori accesi."
Eva Rando. La pratica artistica presso le Botteghe d'Arte del MAPP l'ha portata a collaborare con diversi artisti e a svolgere numerose mostre collettive presso il Museo e spazi culturali milanesi. Racconta così la sua esperienza artistica: “Io principalmente scrivo. Scrivo Poesie. Ho sempre amato disegnare, ma alle Botteghe d'Arte ho abbandonato la copia per cominciare a raccontare qualcosa di me. I miei quadri sono ispirati dalle poesie che io stessa scrivo, ma non sono delle semplici illustrazioni, bensì immagini che evocano e richiamanouna visione della vita romantica e sognante."
Sponsor: Lundbeck
Guarda la scheda su https://weplanet.it/globi/biomotoperpetuo
PERLATERRA
Autori: Riccardo Gusmaroli, Francesco Fregapane, Roberto Pogliani, Elisabetta Renolfi
Vedere un mondo in un granello di sabbia e un paradiso in un fiore selvatico, tenere l'infinito nel palmo della mano e l'eternità in un'ora. (William Blake)
L'idea è nata dal tema della resilienza e la perla è un esempio tratto dalla natura che ancora una volta ci fa da maestra.
"Quando un granello di sabbia penetra in un'ostrica, aggredendola, l'animale reagisce producendo la madreperla, che si deposita intorno al granello e lo trasforma in una perla piccola. L'aspro granello è modellato fino ad assumere la forma nuova di una perla preziosa". (Cyrulnik)
La perla nasce da un errore, il quale può portare a una cosa bella e unica.
La perla è liscia, è preziosa e con il tempo si ingrandisce.
La perla è talmente preziosa che è da tutelare.
"Il mondo in un granello di sabbia": possiamo pensare che un universo piccolo, intimo, apparentemente insignificante possa racchiudere in sé tutto il mondo. Anche il tempo, il momento presente, è pensato come il momento della possibilità, dell'evoluzione, dell'opportunità; una manciata di secondi possono produrre, una scintilla di cambiamento. (Il momento presente,Daniel Stern)
È ciò che è successo anche nel gruppo di lavoro: ad un certo punto tutti si sono incontrati e trovati d'accordo sullo stesso concetto, che d'altra parte è strettamente connesso al processo creativo. Ad un certo punto capita qualcosa, la insegui e accade, si forma l'idea.
Diventa un bel mondo: questo oggetto così piccolo, la perla, ha in sé potenzialità immense.
Lavoriamo insieme "per la terra".
Descrizione dell'opera
L'opera consiste in una grande perla sferica. Il globo di plastica riciclata, caratterizzato dai rilievi dei continenti, è stato uniformato e levigato per diventare una sfera perfettamente liscia dipinta con vernice cangiate ad effetto madreperla.
Gli autori
Riccardo Gusmaroli nasce a Verona nel 1963. Vive e lavora a Milano. La sua attività di fotografo d'architettura influenza la sua produzione artistica dal 1990, periodo in cui comincia la collaborazione con la galleria Toselli di Milano. La libertà con cui spazia nella scelta dei materiali e delle superfici che utilizza è sorprendente, ma non casuale: i francobolli, le cartine di "tutto città", le carte geografiche e i vortici di barche bianco su bianco che ripropongono viaggi immaginari con rotte impossibili, sono il risultato di associazioni, sensazioni e collegamenti che scaturiscono dai materiali stessi. Il ritmo e il tratto, comune a tutti i suoi lavori, contribuiscono a ridisegnare e a ridefinire un nuovo mondo dove l'arte torna ad essere veicolo di comunicazione.
Francesco Fregapane nasce a Milano nel 1962. Diplomato in scultura all'Accademia di Brera, si definisce un artista figurativo e in particolare concentra il suo lavoro sulla figura umana. La pratica artistica presso le Botteghe d'Arte del MAPP lo ha portato a collaborare con diversi artisti e a svolgere numerose mostre collettive presso il Museo e spazi culturali milanesi. Parlando del suo lavoro esprime alcune riflessioni sulla creatività: “Attraverso l'arte mi è possibile svolgere un compito, avere un ruolo in questo mondo. La creatività è una sorta di abilità: è la capacità di organizzare, mettere insieme e combinare, secondo una logica fantastica e ricca di immaginazione, gli elementi base in modo originale e inedito, dando cosi luogo ad un'opera. Questi elementi si legano e concatenano seguendoun criterio armonico dettato dal gusto dell'artista. Sono le parole che costituiscono un discorso. La creatività è in un'abilità combinatoria: la capacità di disporre questi elementi in modo fantasioso e originale (in qualche caso anche ironico e scherzoso) cercando soluzioni sempre nuove e alternative. Il realismo non mi interessa, non serve più a dettare meraviglia o stupore,non è quello che cerco.La figura umana, invece, mi interessa."
Elisabetta Renolfi nasce a Milano nel 1953. Ha frequentato il Liceo Artistico di Brera, ha studiato tecnica pubblicitaria, progettazione multimedialeall'Accademia di Brera. La pratica artistica presso le Botteghe d'Arte del MAPP l'ha portata a collaborare con diversi artisti e a svolgere numerose mostre collettive presso il Museo e spazi culturali milanesi. Esprime così la sua poetica: “Quel sottile filo creativo che mi conduce dall'astratto al figurativo e viceversa... Riuscire a fare quello che ti appassiona nella vita, mantiene sano lo spirito e la personalità di ognuno. Per me lavorare su progetti creativi è una cosa importantissima. E' vitale, anzi."
Roberto Pogliani nasce a Milano nel 1960. Ha frequentato la Scuola d'Arte del Castello Sforzesco. La pratica artistica presso le Botteghe d'Arte del MAPP lo ha portato a collaborare con diversi artisti e a svolgere numerose mostre collettive presso il Museo e spazi culturali milanesi. Esprime così la sua esperienza artistica e la sua poetica: “Per me dipingere vuol dire libertà, perché sono sicuro che sullo spazio della tela bianca posso fare quello che voglio senza paura di sbagliare, di essere smentito o di essere giudicato male. Al massimo non sono capito da persone non competenti. Inoltre a dipingere si conosce se stessi, si impara ad accettarsi e certe volte si scopre che si è diversi da quello che si pensa. Alle Botteghe d'Arte ci sono persone che sono a disposizione per aiutarmi e ciò mi rende tranquillo, perché mi permette di concentrarmi in maniera più leggera su quello che faccio. Ritengo di avere uno stile grafico, nel senso che inserisco solo lettere, parole, frasi su un contorno di linee verticali ed orizzontali che formano figure geometriche dipinte in maniera diversa, se possibile con effetto materico."
Sponsor: Philips
Gaurda la scheda su https://weplanet.it/globi/perlaterra
Il Servizio civile è un'occasione per i giovani dai 18 ai 28 anni che hanno il piacere di dedicare un anno della propria vita a favore di un impegno solidaristico inteso come impegno per il bene di tutti e di ciascuno e quindi come valore di coesione sociale.
L'ASST Grande Ospedale Niguarda partecipa ai bandi per l'impiego di volontari in servizio civile universale per i progetti solidaristici, in base alle opportunità di presentazione delle richieste e alle proposte delle realtà afferenti l'Ospedale, come ad esempio è stato per il MAPP e per l'Unità Spinale.
Gli aspiranti volontari devono essere in possesso di requisiti generali previsti dal servizio civile e requisiti specifici relativi ai progetti presentati.
I volontari sono impiegati nei progetti per dare un contributo attivo agli operatori già impegnati nelle attività in essere presso le realtà dell'Ospedale.
Progetti svolti dal 2009 al 2019 presso il MAPP
Niguarda: il valore del la CUltuRA per la catalogazione del patrimonio storico artistico dell'ente ospedaliero Ospedale Niguarda, in sintonia con le Direttive di Regione Lombardia per la valorizzazione del patrimonio degli enti sanitari.
Progetto C3: Corpus Cartelle Cliniche per il riordino e il censimento dell'archivio delle cartelle cliniche dell'ex O.P. Paolo Pini, patrimonio storico-clinico del Museo Regionale della Psichiatria, in sintonia con il progetto nazionale "Carte da Legare" promosso dal Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo.
Arte come Cura per le attività di valorizzazione dei prodotti artistici degli utenti delle Botteghe d'Arte e le attività culturali del MAPP.
L'Arteterapia nel percorso di cura per le attività di valorizzazione dei prodotti artistici degli utenti delle Botteghe d'Arte e le attività culturali del MAPP.
MAPP un museo da usare per potenziare la promozione del MAPP e delle Botteghe d'Arte verso il pubblico esterno.
Presso il MAPP si svolgono cantieri scuola di restauro a cura dell'Accademia di Brera che permettono agli allievi di svolgere esperienze pratiche nell'ambito dell'arte contemporanea, ai docenti di attuare sperimentazioni relative a interventi conservativi su nuovi materiali, alle opere del MAPP di sopravvivere nel tempo, rallentandone il degrado e rendendole leggibili nella loro interezza al pubblico fruitore del Museo.
La collaborazione con la Scuola di Restauro dell'Accademia di Brera è stata avviata nel 2013 con apposita convenzione con l'Ospedale Niguarda, proprietario insieme ad ARCA Onlus dei beni storico artistici del Museo d'Arte Paolo Pini, e si svolge, su richiesta del Museo o su proposta dell'Accademia, attraverso le attività di conservazione e restauro nell'ambito delle esercitazioni didattiche della Scuola, sotto la supervisione scientifica e tecnica dei suoi docenti.
Nonostante la recente età delle opere realizzate in prevalenza sulle pareti degli edifici dell'ex Ospedale Psichiatrico Paolo Pini o dislocate nei giardini o, ancora in alcuni casi, installate all'interno dei padiglioni, alcune di queste presentano già situazioni conservative compromesse tali da richiedere urgenti studi sulle cause del loro degrado ed altrettanto urgenti interventi per arrestarne il processo degenerativo.
Le cause derivano da vari fattori, innanzitutto climatici: molte opere sono all'aperto e quindi direttamente esposte alle influenze ambientali (variazioni termoigrometriche, irraggiamento solare, piogge ed agenti inquinanti che ne accelerano il degrado). In secondo luogo alcune di loro sono state compromesse da danni accidentali ed umani: infiltrazioni, atti vandalici o interventi manutentivi degli edifici senza considerarli come "supporto" di opere d'arte. In ultima analisi per la natura dei materiali costituenti: materiali fragili per loro natura o colori sintetici dei quali ancora poco si conosce sul loro comportamento nel tempo, soprattutto in situazioni estreme.
Molti prodotti impiegati nell'arte contemporanea sono stati mutuati da settori non appartenenti alla sfera dell'arte, dove il concetto di durata non ha certo la pretesa di "eternità" di un'opera d'arte. Si pensi per esempio alle pitture per le pareti che sono formulate per prevederne una riproposizione nel giro di alcune decine d'anni al massimo o ancora alla gomma piuma, impiegata come imbottitura e che ha una durata di pochi lustri, limitata all'uso per cui è preposta e che se esposta alla luce va incontro ad un degrado fotoossidativo ancora più rapido; gli esempi potrebbero occupare numerose pagine.
I laboratori avviati per lo studio dei materiali utilizzati nel contemporaneo e l'analisi del loro degrado ha previsto anche il coinvolgimento di istituti di ricerca universitari e professionisti nel settore della conservazione per quanto concerne lo studio della natura dei componenti e del loro degrado.
Si è reso necessario in molti casi l'intervento manutentivo per arrestare o quantomeno limitare i processi degenerativi in atto. Molte opere sono al limite della possibilità di trasmissione del loro messaggio originale. L'incalzare del degrado, che quando è innescato diventa un processo rapido e catalitico, ne decreterebbe l'impossibilità di recupero.
A questo proposito bisogna tener conto che le opere sono tutte legate tra di loro oltre che dall'ambiente che le accoglie anche da un progetto che ne ha sancita la nascita.
Mantenere l'unicità di questa collezione significa difendere un museo unico per Milano che ha saputo testimoniare con il mezzo dell'arte, la storia del luogo che lo accoglie e soprattutto della sua trasformazione.
Conservare il presente aiuta a vedere il futuro. Interventi conservativi su opere appartenenti alla collezione permanente del MAPP Museo d’Arte Paolo Pini - sezione artistica del Museo Regionale della Psichiatria (anno 2012)
Per realizzare i progetti di restauro il Museo si è avvalso per alcuni anni del finanziamento di Regione Lombardia nell'ambito dell'Invito per la presentazione di progetti di musei di enti locali o di interesse locale, sistemi museali e reti regionali di musei (L.R. 39/74).
Nel 2012 la convenzione con l'Accademia di Brera non era ancora in essere, pertanto il progetto ha visto il coinvolgimento di un restauratore professionista che ha svolto le attività conservative e di restauro, in collaborazione e con il contributo dell'Ospedale Niguarda e dell'Associazione ARCA Onlus.
Dopo una prima fase di sopralluoghi per l’inventariazione e il rilevamento fotografico delle opere allo scopo di verificarne lo stato di conservazione, con particolare attenzione a quelle con processi degenerativi in atto, il restauratore incaricato ha individuato le 25 opere con maggiori rischi di degrado e ha realizzato delle schede tecniche. Tra le 25 opere sono state scelte le 4 opere più compromesse a causa di atti vandalici, infiltrazioni d'acqua e depositi di particellato atmosferico: Vidi e volli voli folli di Giuliano Azzoni, Cinta 1a di Giuliano Giuliani, Senza titolo di Moani Haghighi, Città di Emilio Tadini.
A conclusione del progetto è stata organizzata una tavola rotonda per presentare i risultati dell'intervento di restauro con il coinvolgimento di: Assessorato alla Cultura di Regione Lombardia, Comune di Milano, Ospedale Niguarda, ARCA Onlus, il restauratore Davide Riggiardi, il prof. Oscar Chiantore dell’Università degli Studi di Torino, Distretto 2 ASL di Milano.
Conservare il presente aiuta a vedere il futuro. Interventi conservativi su opere appartenenti alla collezione permanente del MAPP Museo d’Arte Paolo Pini - sezione artistica del Museo Regionale della Psichiatria (anno 2013)
Per il secondo anno consecutivo il MAPP si è avvalso del finanziamento di Regione Lomabrdia nell'ambito dell'Invito a presentare progetti per la valorizzazione di musei di enti locali o di interesse locale, sistemi museali locali e reti regionali di musei (L.R. 39/74 e L.R. 1/2000).
In questa occasione si è stipulata apposita convenzione con l'Accademia di Bera e un protocollo per svolgere il cantiere scuola presso il Museo.
Le opere selezionate per il restauro hanno previsto degli studi sulla pulitura a secco, i cui risultati sono stati presentati successivamente in convegni sul restauro dell’arte contemporanea e analisi scientifiche per determinare la natura degli attacchi biologici sui materiali all'aperto: Sotto/Sopra di Bernd Zimmer, Durante la marcia reggersi agli appositi sostegni di Lamberto Correggiari, Trono Coccige di Chiara Camoni.
Conservare il presente aiuta a vedere il futuro. Interventi conservativi su opere appartenenti alla collezione permanente del MAPP Museo d’Arte Paolo Pini - sezione artistica del Museo Regionale della Psichiatria (anno 2014)
Per il terzo anno consecutivo il Museo si è avvalso del finanziamento di Regione Lomabrdia nell'ambito dell'Invito a presentare progetti per la valorizzazione di musei di enti locali o di interesse locale, sistemi museali locali e reti regionali di musei (L.R. 39/74 e L.R. 1/2000).
La sperimentazione si è concentrata su azioni che mirassero a preservare maggiormente tre opere coinvolte nel progetto, sia dal degrado climatico/ambientale, sia soprattutto da atti di vandalismo che le opere avevano subito proprio in quell'anno: Senza titolo di Riccardo Gusmaroli, Sinfonia d'autunno di Luca Bertasso, Accelerazione di Andew Castrucci.
I risultati delle attività di studio e restauro condotte dal cantiere scuola dell'Accademia di Brera si sono tradotti in tesi di laurea a cura di di allieve che avevano seguito il progetto in modo approfondito.
Nelle tesi viene esposta l'attività di studio sulla rimozione degli imbratti di bombolette spray di vari colori che hanno deturpato la policromia dei dipinti, in particolare quello di Riccardo Gusmaroli. La rimozione è stata eseguita con un accurato metodo di pulitura, preceduto da test solventi volti a individuare quale migliori miscele solventi e metodologie potessero essere utilizzati per la pulitura e quali rispettassero maggiormente la superficie cromatica. Laddove la pulitura a metodo solvente non ha ottenuto risultati soddisfacenti, si è deciso di seguire la pulitura laser, come metodo sperimentale, per la sua capacità di rimuovere in modo selettivo, rispetto ai materiali originali del manufatto, le presenze materiche estranee che minacciano i dipinti, agendo selettivamente si colori.
Restauro di un'opera mobile: Bambola di Marina Paris (anno 2017)
Grazie alla convenzione con l'Accademia di Brera gli studenti hanno la possibilità di svolgere tesi sulle opere del MAPP che si traducono in casi studio e interventi di restauro conservativo a favore delle opere più deteriorate. Ne è un caso il lavoro dell'artista Marina Paris diventato oggetto di tesi di uno studente della Scuola di Restauro.
Cantiere scuola di restauro sui dipinti murali del MAPP (anno 2019)
Durante il mese di giugno 2019 si è svolto il cantiere scuola di restauro su alcuni dipinti murali della collezione permanente del MAPP ubicati presso il padiglione 1 dell'ex O.P. Paolo Pini: Senza titolo di Moani Haghighi, Senza titolo di Alessandro Spadari, 99 lucertole di Piero Pizzi Cannella.
Gli allievi, condotti dal docente Davide Riggiardi, hanno studiato e attuato degli interventi di pulitura e di manutenzione straordinaria su alcune opere di arte contemporanea a rischio conservativo. I visitatori in occasione delle visite guidate svoltesi nel mese hanno potuto assistere ad alcuni interventi e hanno potuto dialogare con il docente che ha condotto il cantiere scuola.
Restauro di un'opera mobile: Regina dei neri di Piero Gilardi (anno 2018 - 2023)
In occasione dello studio di fattibilità sul restauro dell'opera, presso il MAPP si è svolta una lezione introduttiva condotta dalla prof.ssa Luisa Mensi, docente di Restauro dei Materiali Sintetici, a favore degli allievi che hanno potuto svolgere anche una breve visita al Museo. In seguito si è svolta una seconda lezione teorico pratica che si è conclusa con l'imballaggio e il trasporto della scultura presso i laboratori della Scuola di Restauro dell'Accademia ad Arcore.
L'intervento ha interessato la struttura che è stata irrobustita da una struttura leggera, semirigida, ma modellabile, inserita all'interno attraverso la base; la superficie pittorica è stata pulita e consolidata e sono state eseguite delle integrazioni pittoriche. Infine l'opera è stata dotata di un carrellino con base sagomata e quattro ruote che si possono bloccare, per i piccoli spostamenti.
A causa della tipologia di materiale e della situazione statica e conservativa dell'opera l'intervento di restauro ha coinvolto gli studenti di diverse annualità, che si sono cimentati in operazioni molto diverse da quelle che si eseguono su opere più antiche, fino al completamento estetico dell'intervento.
I risultati del restauro sono stati presentati al pubblico in occasione del ritorno dell'opera al MAPP il 1° giugno 2023.
Il progetto rientra nella "Sezione allestimenti museali permanenti per arredare/attrezzare/mettere a norma: ambienti espositivi, ambienti di deposito o di servizio per la cura, gestione e conservazione delle opere, ambienti di servizio al pubblico" ed è stato presentato dall'ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda in quanto soggetto proprietario il Museo Regionale della Psichiatria, in collaborazione con ARCA Onlus a cui è stata affidata la gestione degli aspetti progettuali e delle iniziative connesse.
Il progetto si propone di permettere la fruizione al pubblico di collezioni attualmente non accessibili, attraverso la realizzazione di nuovi allestimenti (testimonianze dell'Atelier storico V. Bianchini e dell'Archivio delle cartelle cliniche) e di migliorare la fruizione delle collezioni già esposte al pubblico, come la raccolta delle opere delle Botteghe d'Arte realizzate in 20 anni di attività di arteterapia.
L'Ospedale Niguarda è promotore e proprietario del patrimonio storico e artistico costituente il Museo Regionale della Psichiatria, riconosciuto da Regione Lombardia come Raccolta Museale nel 2007 (DGR 2 agosto 2007). Il Museo è gestito in collaborazione con l’Associazione ARCA Onlus, come previsto dalla convenzione stipulata con l'Ospedale Niguarda (rinnovata con Deliberazione del Direttore Generale ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda n. 955 del 25 ottobre 2018).
Dal 2007 il Museo Regionale della Psichiatria è stato riconosciuto da Regione Lombardia come Raccolta Museale, ma la sezione veramente attiva anche dal punto di vista di numerose iniziative di valorizzazione svolte, è stata fino ad ora la sola sezione Artistica costituita dal MAPP Museo d'Arte Paolo Pini.
Grazie a questo progetto si propone l'opportunità di avviare un percorso di progettazione che renda pienamente fruibile e comprensibile ad un più vasto pubblico il consistente patrimonio storico e artistico conservato presso il Museo.
Per quanto riguarda la Sezione Artistica MAPP, si intende potenziare l'esposizione temporanea delle opere delle Botteghe d'Arte, dando maggiore visibilità ai lavori esposti dagli utenti frequentatori del Centro di Arteterapia e permettendo esposizioni a rotazione degli oltre 2.000 lavori conservati presso il magazzino del Padiglione 7. L'attuale allestimento delle opere delle Botteghe d'Arte, potrà migliorare dal punto di vista museografico attraverso la riorganizzazione del percorso espositivo, la sistemazione della superficie espositiva e lo studio di una corretta illuminazione per dare maggiore risalto alle mostre temporanee.
La qualità dell'esposizione ci aiuta a comunicare senza parole questo concetto: Queste sono opere d'arte come tutte le altre. Puoi fermarti a guardare, puoi comprare, puoi valutare lo stile complessivo dell'autore, puoi fare tutto quello che faresti in un normale museo.
Per quanto riguarda la sezione Storico-clinica, da un lato si intende proporre un percorso didattico che porti a diversi livelli di conoscenza l'archivio costituito da oltre 60.000 cartelle cliniche dell'ex O.P. Paolo Pini, di cui è stato censito a livello statistico un campione di 6.000 cartelle, dall'altro si propone il riordino dell'archivio e la ricostruzione dell'atelier storico di pittura condotto dal 1981 al 2002 dall'educatrice Vittoria Bianchini, secondo il modello dei Closlieu di Arno Stern, esempio singolare di applicazione di tale metodo in ambito psichiatrico.
Descrizione dell’intervento realizzato
Ne 2017 il progetto ha interessato l'adeguamento degli spazi espositivi dedicati alle opere delle Botteghe d'Arte che fanno parte della Sezione Artistica – MAPP Museo d'Arte Paolo Pini, attraverso l'installazione di una pannellatura lungo del pareti del corridoio presso il padiglione 7, che presenta 231 mq di pareti espositive. Inoltre due grandi saloni di 75 mq complessivi, che dividono il corridoio a metà, sono stati trasformati in un unico grande salone con una nuova pavimentazione a parquet, per dare maggiore senso di continuità al percorso espositivo, per permettere di esporre opere di grande formato e per dare maggiore respiro allo svolgimento delle attività ed eventi musicali e teatrali. Per valorizzare le opere esposte è stato installato un sistema di faretti a led, direzionabili e variabili nella quantità. Infine, è stato installato un sistema di binari con fili in nylon e ganci per agevolare il cambio e la rotazione delle opere sposte senza intaccare l'inegrità delle pareti espositive.
Per quanto riguarda la sezione Sezione Storico-Clinica - Archivio Cartelle Cliniche P.Pini, si sono svolti alcuni interventi di ristrutturazione del vano ospitante l'archivio, che hanno riguardato l'isolamento del tetto, la sanificazione delle pareti intaccate da vecchie infiltrazioni d'acqua e la ridipintura della Sala d'ingresso antistante l'Archivio.
Infine, si è avviata la progettazione grafica della cartellonistica didattica che esponga la storia e le caratteristiche dell'archivio.
Gli interventi di adeguamento degli spazi espositivi hanno permesso di valorizzare le opere esposte e di migliorare la fruizione e la leggibilità delle stesse al pubblico, costituito sia dagli utenti delle Botteghe d'Arte e sia dai visitatori occasionali e in visita guidata.
Inoltre le azioni svolte hanno permesso di favorire una più corretta conservazione del patrimonio culturale conservato ed incrementare la conoscenza e la comunicazione del patrimonio esposto.
In generale è stata migliorata tutta l’organizzazione museale ottimizzando gli spazi adibiti ad esposizione, ad archivio e a servizi.
In particolare i nuovi allestimenti presso il padiglione 7 hanno permesso di valorizzare il lavoro svolto quotidianamente nelle Botteghe di pittura, senza snaturare il luogo che ha trovato un compromesso tra l'asetticità del museo e il Centro di Arteterapia inteso come luogo d'incontro, di convivialità, di produzione d'arte, ma anche di deposito di materiali, idee e progetti.
L'adeguamento degli spazi e il miglioramento dei sistemi di allestimento ha permesso di aumentare la visibilità delle opere delle Botteghe d'Arte che attualmente sono più di 2.000, grazie al sistema di rotazione.
Per quanto riguarda la Sezione Storico-Clinica - Archivio Cartelle Cliniche P.Pini, si è avviata la possibilità di fruizione al pubblico dell'Archivio delle cartelle cliniche anche per i non addetti ai lavori, come archivisti e ricercatori in ambito sanitario, quindi per il pubblico in visita occasionale o guidata, attraverso una comunicazione chiara e semplificata.
Con questo progetto si offre ad un gruppo di frequentatori delle Botteghe d'Arte, interessati a cimentarsi come "facilitatori arte-salute", la possibilità di acquisire ricche competenze formative e la professionalità adeguata per la conduzione di visite guidate al MAPP Museo d'Arte Paolo Pini.
Al visitatore si offre la possibilità di conoscere il MAPP, un museo molto peculiare, quale spazio di azione in cui si attivano processi di esperienza e di conoscenza, che si amplifica rispetto all'evento specifico, per riscoprire la diversità come valore da coltivare in ognuno di noi.
Tutto iniziò dalla Giornata Mondiale della Salute Mentale del 2014…
L'esperienza dei Facilitatori Arte-Salute del MAPP è nata da una proposta del Gruppo Affetti-Effetti dell'Arte, grazie a Betti Franciosi e al Programma Innovativo Regionale dell'Ospedale Sacco: già nel febbraio 2013 avevano avviato il progetto pilota di Facilitatori Arte-Salute per accompagnare i cittadini in visita ad alcuni musei di Milano.
In occasione della Giornata Mondiale della Salute Mentale del 10 ottobre 2014, il MAPP ha ricevuto la proposta di diventare il 3° polo di visite insieme al Museo del 900 e alla GAM di Milano.
Dal 1992 l'Organizzazione Mondiale della Sanità e Federazione Mondiale della Salute Mentale hanno istituito questa giornata per promuovere iniziative sull'educazione e sensibilizzazione alla salute mentale e i suoi principali effetti sulla vita della popolazione. Il tema del 2014 era "vivere nella schizofrenia".
Dal concetto di vivere i promotori di affetti-effetti hanno preso spunto verso una scelta che vede il vivere nell'arte, nei contenuti del Museo, come vera e propria ri-appropriazione della bellezza da parte di chi soffre di un disagio mentale. Da questo impegno si trae esperienza e forza per un recupero completo della propria esistenza.
Per la Giornata del 10 ottobre ogni cittadino che desiderasse partecipare, avrebbe potuto prenotare gratuitamente l'esperienza di un itinerario guidato dai Facilitatori Arte-Salute ad una selezione di opere di uno dei 3 musei – 900, GAM, MAPP -, scegliendo tra le fasce orarie indicate.
Noi abbiamo accettato con entusiasmo la sfida di partecipare insieme al gruppo del Museo del 900 e della GAM e ci siamo attivati per formare una squadra di lavoro. Già da tempo Teresa Melorio, responsabile del Centro Diurno Botteghe d'Arte, sognava di coinvolgere i frequentatori delle Botteghe d'Arte in attività di divulgazione delle opere del MAPP, poiché molti di loro da anni lavorano nei laboratori di arteterapia, hanno conosciuto personalmente gli artisti che hanno realizzato le opere per il Museo e hanno partecipato alla realizzazione delle stesse o a progetti "a quattro mani".
Questa era l'occasione adatta per iniziare e per mettere tutti… all'opera!
Si è formato così il gruppo del MAPP, costituito da alcuni operatori e utenti delle Botteghe d'Arte supervisionati dalla dott.ssa Melorio. Abbiamo stabilito un calendario d'incontri in vista del 10 ottobre a partire dal mese di luglio. Le guide museali che stavano seguendo il progetto al Museo del 900 hanno condiviso con noi un preziosissimo vademecum del perfetto Facilitatore Arte-Salute, contenente tutte le dritte e i trucchi che si possono adottare per affrontare al meglio una visita guidata, la quale richiede grande impegno di memoria, di dialettica e nel lavoro di squadra.
Gli incontri di formazione e preparazione consistevano in discussioni su argomenti emersi dalla lettura delle opere e sul percorso; sono state scelte le opere più rappresentative della collezione del MAPP che comprende oltre 140 opere tra installazioni e murales sparsi nel parco e tra i padiglioni dell'ex O.P. Paolo Pini. Ognuno ha scelto 1 o più opere e si è preparato studiando le schede realizzate con l'aiuto degli operatori. Inoltre, è stata stesa una scaletta con le parole chiave per costruire il discorso nel modo più appropriato per ognuno dei partecipanti.
Gli ultimi 2 incontri si sono svolti con la prova generale del percorso, con tanto di visitatori ad assistere.
Il 10 ottobre è arrivato e la giornata è stata ricca di soddisfazioni e di emozioni sia per i formatori sia per i Facilitatori, ma anche per il pubblico che numeroso anche al MAPP ha seguito attento i 2 turni di visita, organizzati e coordinati con gli altri poli museali. Per noi è stata anche un'importante occasione di promozione per il MAPP poiché il cittadino di Milano ha avuto modo di conoscere meglio il luogo, nonostante il Museo sia attivo con numerose iniziative già dal 1995.
L'esperienza continua…
Il gruppo MAPP si è riunito nuovamente e ha deciso di proseguire la fortunata esperienza, progettando un nuovo calendario d'incontri: una visita guidata al mese e partire da febbraio 2015.
L'emozione era ancora tanta e coordinare gli impegni di tutti non è sempre stato facile, ma il gruppo MAPP ha continuato organizzare gli incontri per discutere anche delle difficoltà riscontrate e per capire come affrontarle.
Gli appuntamenti di marzo, aprile e maggio hanno riscontrato un discreto successo.
Durante gli incontri il gruppo ha progettato anche il logo e la locandina con le illustrazioni realizzate dagli stessi Facilitatori, i quali sono tra l'altro abili artisti, da anni frequentatori delle Botteghe. Si è discusso molto anche delle frasi da inserire per comunicare in modo breve ma efficace l'iniziativa.
Il gruppo ha proposto una variante alla definizione "Facilitatori Arte-Salute": "Divulgatori d'Arte del MAPP" è diventato il nuovo nome del gruppo. Con la loro volontà di mettersi in gioco, di metterci la faccia, hanno potuto comunicare agli altri e non vedono l'ora di divulgare quello che sanno sull'arte e su questo luogo a tante altre nuove persone.
Il linguaggio dell'arte, soprattutto di quella contemporanea è molto complesso e di non immediata comprensione; la diversità e la complessità dell'arte contemporanea è raccontata dai Divulgatori d'Arte del MAPP in un modo così naturale da renderla accessibile proprio a tutti. Perché la diversità se compresa può attrarre e alimentare reciprocamente le nostre menti. I nostri Facilitatori hanno tirato fuori il meglio di loro stessi, hanno divulgato contenuti che possono sembrare lontani da noi o esclusivi, ma che invece grazie a loro possono diventare patrimonio di tutti. Da questa esperienza abbiamo tratto la possibilità di creare un'occasione di lavoro per persone che si sono dimostrate colte, competenti e professionali. Con le nostre visite il pubblico può portare a casa delle emozioni vere che si possono trasformare in nuove forme di benessere, alimentate dalla creatività, che in fondo è in ognuno di noi… basta farla emergere!
Racconta Gianfranco: La mia esperienza come Facilitatore si può considerare positiva e terapeutica. Io sono una persona particolarmente introversa, chiusa e poco propensa a confrontarsi con gli altri. Quindi per me questo è stato un esercizio per superare le mie difficoltà.
La figura del Facilitatore Arte-Salute è riassunta molto bene da Francesco: Cos'è il "Facilitatore arte-salute"? Il facilitatore è una persona che ha attraversato un momento di disagio psichico e che mette a disposizione degli altri la propria conoscenza ed esperienza col fine di facilitare la comprensione di un'opera d'arte. È una persona che ha saputo trasformare un'esperienza dolorosa da svantaggio in punto di forza, capace di offrire supporto e aiuto a chi ne ha bisogno, a chi non ha ancora superato il proprio disagio. Ma è anche una persona che si distingue dalla figura dell'ESP (esperto in supporto tra pari) per il fatto di essere capace di trasmettere non solo contenuti relativi alla propria salute psichica, ma anche contenuti con una forte connotazione artistica.
Noi facilitatori siamo un ponte tra l'opera d'arte e il pubblico. Il nostro compito consiste nel fare da mediatori tra l'oggetto artistico e il soggetto che lo fruisce. Attraverso un linguaggio che deve essere chiaro e comprensibile a tutti, i facilitatori parlano di artisti, di opere d'arte, con qualche spunto che costituisce la propria "diversità". È proprio la "diversità" del facilitatore che trova una risonanza o un eco nella "diversità" di tutti gli artisti che si sono espressi in ogni tempo. La "diversità" diventa un carattere distintivo, punto di contatto tra noi e gli artisti di cui trattiamo.
Chi oggi collabora, come me, alla diffusione della conoscenza delle opere del MAPP e degli artisti che si sono, con i loro interventi, avvicendati nel museo, non avrebbe mai pensato di poter un giorno rivestire la figura di guida del museo.
In questo senso, tutti noi, che da qualche tempo svolgiamo questo lavoro, ci siamo riscattati da quella situazione che ci vedeva come "malati inguaribili". Attraverso il nostro lavoro siamo riusciti a dimostrare che l'etichetta di "cronico" non ci si addice. La nostra opera, anzi, serve da esempio a tutti coloro che sono ancora fortemente disturbati, ai quali, tutt'oggi non è possibile svolgere un lavoro con costanza e continuità.
L'esperienza teatrale al MAPP nasce da un'idea di Enza Baccei e Teresa Melorio e da un gruppo di lavoro costituito da artisti professionisti, utenti e operatori delle Botteghe d'Arte che, tra 2012 ed il 2013, ha messo in scena uno spettacolo teatrale dal titolo Poetry in Motion. Dialoghi tra versi e note. Lo spettacolo, frutto di un'intensa collaborazione e risultato di un'esperienza condivisa in tutte le sue fasi di lavorazione, è stato presentato per la prima volta al MAPP sotto forma di reading teatrale e musicale; poi, evolvendosi ed ampliandosi, è stato messo in scena presso diverse location milanesi.
Alla fine del 2014 il maestro Luigi Guaineri, attore e registra teatrale che ha condotto la Bottega fino al 2018, ha proposto al gruppo di teatro di cimentarsi in un testo teatrale vero e proprio: un libera interpretazione di L'eccezione e la regola di Bertolt Brecht.
La filosofia della Bottega di teatro e la sua attività
Definita anche la "Bottega delle Botteghe", il suo obiettivo è dopotutto quello che accomuna tutte le altre Botteghe d'Arte: promuovere lo strumento dell'arte come efficace supporto alla cura e "portare dentro per portare fuori", mostrando al pubblico il frutto dell'attività svolta con un prodotto di livello artistico sempre più elevato.
Il lavoro di gruppo ha richiesto la disponibilità al confronto da parte di tutte le persone coinvolte e ha messo in gioco la capacità di fidarsi ed affidarsi agli altri, creando un rapporto di collaborazione e scambio.
Un laboratorio teatrale obbliga alla condivisione non solo degli spazi, ma anche del percorso di creazione e del prodotto finale, frutto di un lavoro sinergico; la riflessione su questo aspetto permette di comprendere il valore terapeutico del fare e del creare insieme, in cui condividere un mezzo espressivo conduce necessariamente ad uno scambio di idee, di proposte, di sensazioni ed emozioni che sono state accolte dal gruppo sempre in maniera positiva, tentando di incentivare e dare valore ad ogni individuo. In particolar modo nel Modello delle Botteghe d'Arte viene posta attenzione anche su quello che è il prodotto finale dei vari percorsi, facendo vivere esperienze pratiche dall'ideazione e, passando per la progettazione, fino ad arrivare allo sviluppo e all'esecuzione di un qualcosa di concreto.
Nel progetto è intrinseca la disposizione di tutti i partecipanti alla trasformazione; chi accetta il rapporto e la partecipazione alla Bottega accetta di far parte di un percorso in cui sono contemplati il desiderio ed il confronto, accetta di assumersi delle responsabilità e di dover gestire l'eventuale frustrazione.
L'opera rispecchia l'autore o gli autori che l'hanno realizzata, viene data forma ad un'idea, si affermano le personalità che hanno compartecipato alla creazione, per questo è così importante il risultato, perché in esso si riflette una parte molto intima di sé, delle energie e delle possibilità che ivi sono state investite.
Poetry in Motion. Dialoghi tra versi e note
Liberamente tratto da Folle Amore. Raccolta di scritti, riflessioni, poesie dal Paolo Pini di Milano, a cura di Teresa Melorio e Claudio Serapiglia, ARCA Onlus, 1996.
Regia di Luigi Guaineri
Musiche eseguite da Sandro Dandria
Lo spettacolo nasce dalla lettura e interpretazione di una selezione di poesie scritte tra gli anni '80 e '90 dagli ospiti dell'Ospedale Psichiatrico Paolo Pini di Milano raccolte nel libro Folle Amore (ARCA Onlus, 1996). Il percorso laboratoriale, strutturatosi nel tempo, ha permesso di mettere a punto un canovaccio che alterna brani poetici interpretati a sequenze musicali, rivisitazioni di celebri pezzi italiani e stranieri.
Le storie degli ex pazienti si sono mostrate così per la prima volta al pubblico, coinvolgendo tanto per la loro drammaticità quanto per la loro bellezza, dialogando con famosi brani musicali rivisitati e reinterpretati per l'occasione.
Lo spettacolo non possiede una struttura narrativa vera e propria, ma è caratterizzato da un andamento musicale; è un percorso dal ritmo serrato, altalenante tra risa e commozione, vede avvicendarsi sul palcoscenico punti di vista differenti e differenti scorci umani, accendendo l’attenzione e la curiosità su uno dei capitoli meno noti della nostra storia collettiva.
Si tratta di uno spettacolo work in progress, dal carattere sperimentale e in continua evoluzione, che si rinnova ad ogni messa in scena.
L'eccezione e la regola
Liberamente tratto dall'opera di Bertolt Brecht
Regia di Luigi Guaineri
Musiche eseguite da Sandro Dandria
In un caffè-chantant una donna chiede giustizia per l'assassinio del marito, un portatore al soldo di un Mercante con cui stava attraversando il deserto per raggiungere la città di Urga e vincere una gara d'appalto per lo sfruttamento del Petrolio. Un improvvisato tribunale dovrà giudicare se fu 'vera colpevolezza'.
Nella rocambolesca e cialtrona ricostruzione dei fatti emerge un mondo dove la dinamica delle relazioni fra gli uomini è governata dal sopruso, Paura e Diffidenza ne sono la logica conseguenza: la Regola fondamentale.
Una sentenza, che ha più il sapore di un cinico commento da bar, traccerà i grotteschi binari lungo i quali si muove la Giustizia: il rispetto della Regola contro l'Eccezione, la salvaguardia dello status quo contro il cambiamento.
La rivisitazione della vicenda narrata da Brecht nel suo dramma didattico L'Eccezione e la Regola, offre lo spunto per la costruzione della seconda messa in scena, dopo Poetry in Motion, di uno spettacolo nato nel laboratorio teatrale delle Botteghe d'Arte del MAPP. Utenti, stagisti, docenti, tutti sono stati coinvolti nella sua realizzazione. Per la prima volta in scena al Teatro Verdi, hanno contribuito direttamente sul palco anche i partecipanti ai Laboratori Aperti che le Botteghe d'Arte hanno organizzato presso il Teatro nella prima settimana di novembre del 2014.